mercoledì 30 gennaio 2013

Il pensiero di Gianni (lettera all'Eco di Bergamo)


Egr.Sig.Direttore,
                            nei giorni scorsi ho partecipato ad un viaggio di solidarietà e conoscenza in Senegal, organizzato dalla L.V.I.A.(Assoc.internaz.volontari laici) di Cuneo.
E' stata una immersione totale in una realtà africana, molto coinvolgente e certamente non immaginabile stando qui in Europa.
Ho visto le precarie condizioni di vita della stragrande maggioranza dei Senegalesi e ho potuto toccare con mano alcuni degli interventi sociali che la LVIA di Cuneo ha effettuato negli anni, appoggiandosi prevalentemente a religiosi cattolici locali.
Si tratta di iniziative degne della massima considerazione e ben accette dai Senegalesi al 90% mussulmani che vivono in serenità con la minoranza cristiana.
I pozzi, le eoliane, gli acquedotti, le scuole, le cooperative tessili e per il trattamento della plastica, gli ospedali sono esempi che stimolano la popolazione ad agire e collaborare per il miglioramento delle condizioni di vita.
Ho visitato anche l'isola di Goree,il sito geografico più ad ovest di tutto il continente africano, da cui, nei secoli, sono stati obbligati a partire milioni di schiavi strappati all'Africa per essere utilizzati principalmente nelle piantagioni del Sud e Nord America.

Mi sono affacciato (foto sopra) , dalla porta sull'Atlantico della "Casa degli schiavi", dove gli africani in catene attendevano le navi che li avrebbero trasportati come bestie in America.
Si rimane inorriditi al pensiero delle nefandezze compiute nei secoli da uomini contro altri uomini, ma ancor più non si riesce a capire come non servano mai di lezione all'umanità che le rinnova nei secoli, sempre a scapito dei più deboli.
Basti accennare allo sterminio degli Ebrei e degli Armeni nel secolo scorso e addirittura in questo ultimo decennio ai 6/7 milioni di morti nel Kivu ( Est del Congo), come conseguenza del saccheggio di minerali, legnami e ricchezze varie da parte di potenze voraci, nell'indifferenza quasi generale. Poche voci si sono levate finalmente in difesa di queste vittime soltanto per merito di religiosi e di poche istituzioni internazionali.Dopo l'ONU poco incisivo, anche l'Europa pare che si svegli.
Ad un tratto, sul punto più alto dell'isola, ho visto un bellissimo rapace che dopo un rapido volteggio, ha raccolto con le zampe un bicchiere di plastica abbandonato dai turisti...(foto sotto).
Pur in assenza dei minimi elementi, in Senegal il "benessere" si affaccia sotto forma di beni importati, avvolti nella plastica  che, abbandonata ovunque, inquina pesantemente il territorio per sua natura bellissimo.
Chiaramente non si tratta di materiali biodegradabili!!
Allora mi chiedo "Non sarà la plastica a rappresentare l'ultima ed aggiornata forma di colonizzazione del martoriato conente africano?".

Grazie per l'attenzione.

Che il Blog abbia inizio

Siamo rientrati da 9 giorni. E ci siamo scritti almeno 30 mail.
Be direi il viaggio ci sia piaciuto e abbia lasciato il segno.
Flavia, Danilo, Marco, Luciano, Clelia, Gianni, Bruna, Beppe, Agnese, Luisa, Vilma, Adriano, Alessandra e Daniela.